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Logo dei 30’anni del Circolo Pink.

Circolo Pink trent’anni di movimento
GLBTQE a Verona.

 

Il Circolo pink nasce nel 1985 come circolo Arcigay, allo scopo di dar voce e risposta ai bisogni delle persone omosessuali di Verona, fino ad allora rimasti inascoltati. Fra le prime attività intraprese dal circolo c’é la linea di Telefono Amico Gay e Lesbico, che rappresenta in quel periodo l’unica forma di ascolto, presente sul territorio, alle problematiche legate all’identità sessuale.

L’attività del telefono amico resterà una costante del circolo, fino ad assumere la forma attuale, all’interno di un coordinamento inter-regionale, gestito da volontari, che promuove anche corsi di formazione per operatori telefonici.

L’emergenza AIDS alla fine degli anni ’80 vede il circolo in prima linea nelle campagne di informazione e prevenzione HIV, spesso in contrasto con i ritardi e le politiche moraliste del Ministero della Sanità di allora. Basti pensare che presso la sede Arcigay di Verona, già nel 1986, era possibile effettuare il test HIV in forma gratuita ed anonima, ancor prima che ciò fosse possibile presso le strutture pubbliche.

Negli anni successivi il circolo ha svolto lavoro di prevenzione HIV e Malattie Sessualmente Trasmissibili, anche collaborando con le istituzioni sanitarie, regionali e cittadine.

Nel corso del 1993 e del 1994 il circolo Pink presenta due iniziative di visibilità gay e lesbica del singolo e della coppia, con la realizzazione di una mostra fotografica che gira l’Italia.

Dal 1995 al 1998 il circolo si trova a dover rispondere politicamente a delle mozioni antiomosessuali, votate in Consiglio Comunale, con le quali viene ufficialmente ed esplicitamente respinta la risoluzione del Parlamento Europeo per le pari opportunità dei gay e delle lesbiche.

La Mozione 336 dice: “Il Consiglio Comunale di Verona, nel rispetto di un elementare principio naturale, impegna l’amministrazione comunale a NON deliberare provvedimenti che tendano a parificare i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie “naturali”, costituite da uomo e donna” Queste mozioni discriminanti e omofobe hanno una ripercussione concreta sulla gestione dei fondi comunali e sulle politiche messe in campo nell’ambito sociale e rientrano in un più ampio “piano pro famiglia” votato dal Consiglio Comunale ed ispirato al più delirante integralismo cattolico.

Alle mozioni fanno contorno gravi dichiarazioni di alcuni consiglieri comunali, ad esempio i grotteschi exploits di Bertozzo della Lega Nord: “i gay vanno fatti capponi… noi lasciamo che si sposino, ma in cambio devono donare i loro genitali alla ricerca scientifica”.

La prima protesta da parte dei membri del Circolo Pink fu quella di bloccare il traffico di fronte al Palazzo Comunale, per fare uscire questa notizia dalle mura della città e sensibilizzare l’opinione pubblica nazionale.

I sette gay e lesbiche che bloccarono il traffico, uniti anche dalle denunce prese, costituirono il comitato “Alziamo La Testa”, che in primis si fece carico di un percorso di rivendicazione dei diritti delle persone omosessuali, a partire dalla manifestazione del 30 Settembre 1995, che vide tutto il movimento scendere in piazza a Verona, unito nel combattere le discriminazioni.

A tutt’oggi le mozioni antigay del Comune di Verona sono ancora effettive; il Circolo Pink è sempre impegnato su questo fronte ed individua come priorità del movimento g/l/b/t il far inserire nell’ordinamento italiano, ai suoi vari livelli, la non discriminazione delle persone con diverso orientamento sessuale.

Il tema del riconoscimento dei diritti delle persone con diverso orientamento sessuale è oggi vissuto dal circolo come legato più in generale all’affermazione dei diritti di tutte le minoranze (non solo sessuali, ma anche etniche, religiose, etc.) e come lavoro di opposizione a tutte quelle forze integraliste che propagandano la negazione di tali diritti.

Per questo al momento attuale il Circolo Pink ha iniziato una difficile ma feconda via di collaborazione con altre realtà associative della città, contribuendo a creare un comitato antirazzista e antifascista che racchiude diverse esperienze e diverse provenienze, nell’ottica del confronto e della rivendicazione dei medesimi diritti.

In particolare il tema dell’opposizione al razzismo e ai rigurgiti fascisti va letto in relazione alla peculiare situazione veronese, dove queste forze, più che altrove si manifestano con grande evidenza ed arroganza, spesso appoggiate anche dalla stessa amministrazione pubblica.

Il Consiglio Comunale di Verona, negli ultimi mesi, ha finanziato veri e propri raduni di “naziskin” sotto forma di concerti di gruppi d’ispirazione marcatamente neonazista e di mostre di “editoria non conforme”, eventi che propagandano senza vergogna sentimenti di odio razziale, di intolleranza e violenza verso ogni minoranza.

Per questo il circolo ha organizzato una grande manifestazione nazionale, il 9 Giugno 2001, con il titolo: “LA CITTADINANZA VA SCRITTA”, incentrata sul tema della “scrittura” dei diritti delle persone di diverso orientamento sessuale e di tutte le minoranze.

Questa manifestazione è stata proposta e decisa cercando il dialogo con le altre realtà associative g/l/b/t italiane, e si inseriva in un calendario di appuntamenti italiani che comprendeva il Gay Pride milanese, l’International Pride di Roma e il Gay Pride di Catania.

All’interno del panorama cittadino, il Circolo Pink ha sempre voluto rendere nota la propria presenza in una data importante: quella del 25 Aprile.

Per anni i festeggiamenti veronesi di quest’anniversario sono rimasti appannaggio esclusivo delle forze militari; il consiglio Comunale ha sempre negato una presenza ufficiale del circolo alle commemorazioni.

La risposta a questa esclusione è stata impostata dal circolo sulla linea della promozione di una riflessione culturale, contro l’ignoranza storica ed il revisionismo. Ciò è culminato nel convegno organizzato dal circolo nel 1999 dal titolo: “Le ragioni di un silenzio. La persecuzione degli omosessuali durante il nazifascismo”.

All’inizio del 2000, il Circolo Pink ha ottenuto un’importante vittoria morale: l’essere ammesso alle manifestazioni ufficiali del 25 Aprile, in rappresentanza dei gay e delle lesbiche morti nei campi di concentramento.

Dal 1997 il circolo Pink, pur continuando a rimanere in contatto con la direzione nazionale, ha deciso di non essere più circolo Arcigay, per seguire una strada autonoma come circolo gay e lesbico. Al momento attuale il circolo promuove il dibattito fra tutte le realtà g/l/b/t italiane, sia Arcigay che autonome, sulla base di progetti comuni.